La storia

CENNI STORICI DI ATELLA

Atella è posta su un poggio della Valle di Vitalba. Nel suo territorio insiste la parte più caratteristica e amena di Monticchio: il lago piccolo nelle cui acque si specchiano la Badia di San Michele e la Faggeta, intercalata da gruppi di conifere e di abete bianco, e gran parte dei boschi che coprono il Vulture densi di castagni, di cerri, di cipressi e pini. Nelle acque si trovano anguille, tinche e carpe. Il territorio è ricco di corsi d’acqua: fiumi, torrenti, fonti e sorgenti con proprietà oligominerali, ferrose e purgative. Secondo un’antica tradizione, Atella potrebbe essere nata dopo la caduta dell’omonima città della Campania, avvenuta nella seconda guerra punica, nel 210 a.C. dopo la resa di Capua. Altri studiosi affermano, invece, che Atella sia stata edificata sulle rovine dell’antica Celenna, menzionata da Virgilio nel settimo libro dell’Eneide, (v. 739) quique Rufras Batulumque tenent atque arva Celemnae (e quelli che tengono Rufra e Batulo e i campi di Celenna). Se si accetta l’opinio-ne del Cluverio che Rufas possa intendersi per Ruvo del Monte e Batulum per Bella, Celenna, con la sua bella pianura, poteva essere nel sito di Atella, anche se in proposito della prima e della seconda ipotesi manca ogni prova. Di certo si sa che essa fu riedificata tra il 1320 e il 1330 dal sestogenito figlio di Carlo Il, Giovanni d’Angiò, Conte di Gravina, Signore di San Fele, Vitalba, Armaterra, Duca di Durazzo, nell’ambito della riorganizzazione del territorio a lui sottoposto, come risulta da un documento trecentesco. Nella storia Atella viene ricordata per due avvenimenti: gli assedi del 1361 e del 1496.
Nel 1361, durante la contesa dinastica tra Giovanna I e Luigi Durazzo, Anichino di Bongarten, famoso capitano di ventura alleato di quest’ultimo, venne assediato e costretto alla resa da Niccolò Acciaiuoli, signore di Melfi e gran conestabile del Regno. Nel 1496, Gilberto Borbone, conte di Montpen-
Cenni Slorici spioesrt, ov idcae rséo lddia Ntia fproanlic iens ai,s ssveinzzzae rdii, tCeadrelos cVhIiI Ie, iatla clioamnia, nqduoe sdtii uunlt iemsei rgcuitido actoi mda- sier, viceré di Napoli in assenza di Carlo VIII, al comando di un esercito com-posto da soldati francesi, svizzeri, tedeschi e italiani, questi ultimi guidati da Paolo Vitelli e Virginio Orsini, si rifugiò ad Atella e venne assediato da forze al comando di Francesco Gonzaga, duca di Mantova e di Consalvo di Cordo-va, venuto in soccorso di Ferdinando D’Aragona. L’assedio durò circa un mese e si concluse con la resa dei francesi. Nel 1400 Atella era città economi-camente forte e per questo la più tassata della Basilicata. Sucessivamente i terremoti e la malaria ne hanno ridimensionato l’importanza economica.

Torre Angioina XIV sec.

Porta Melfi o del Capo XIV sec.

Duomo Santa Maria ad Nives XIV sec.

Monastero Benedettino con bifora e stemma della famiglia D’Angiò

Resti del campanile di Santa Aloia XIV sec.

Ponte dell’acquedotto sulla Fiumara di Atella anni ‘20